Con la Blockchain Ibm e OlivYou tracciano la filiera dell’olio

Un progetto, sviluppato in collaborazione con OlivYou, che vede IBM in prima fila a difesa non solo della tracciabilità, ma anche della promozione delle produzioni di qualità

Pubblicato il 13 Lug 2018

oliva olive oliva coratina

In occasione dell’inaugurazione ufficiale di We|LAB Bari, laboratorio e centro di eccellenza su competenze di frontiera, dalla Blockchain all’Intelligenza Artificiale al Cloud, IBM, che di questa iniziativa è promotrice insieme a Politecnico e Università di Bari, ha presentato un progetto di tracciabilità e certificazione alimentare applicato alla filiera dell’olio.
Ce lo siamo fatti raccontare da Nicola Losito, director of IBM Digital Business Group.
“Si tratta di un progetto già avviato, del quale abbiamo già attivato la prima fase e definita l’intera roadmap e che nelle nostre intenzioni andrà a coprire un’intera filiera”.

Nicola Losito IBM

Diversamente da quanto accaduto con altri progetti, in primis quello sviluppato con Barilla, in questo caso gli interlocutori con i quali IBM si interfaccia non sono grandi player, bensì proprio i piccoli produttori in questo caso di una regione specifica. La Puglia.
“Abbiamo trovato un primo importante interlocutore in OlivYou, che ha organizzato portale di riferimento per l’ecommerce dell’olio italiano. È un operatore che funge da aggregatore di piccoli produttori di alta qualità e che dunque si muove sulla stessa idea di valore sulla quale anche noi vogliamo ragionare. E, attraverso OlivYou, abbiamo cominciato a coinvolgere due primi produttori locali”.

Le fasi del progetto Blockchain di IBM

È a questo punto che è partita la fase 1 del progetto, già in prima release. Si parte cioè dalla tracciabilità del cultivar (coratina, ogliarola, peranzana, cellina di Nardò) e del frantoio.
“Questo significa poter indicare non solo il nome del frantoio, ma anche il giorno e l’ora in cui è avvenuta la molinatura”.
In una fase successiva, che Losito vorrebbe realizzare entro i prossimi mesi, si dovrebbe arrivare a coprire tutti i passaggi, dall’imbottigliamento fino al cliente finale, con uno step ulteriore che potrebbe portare in blockchain anche i certificatori, vale a dire i consorzi che certificano la qualità del prodotto stesso.
“Da un altro nostro progetto, vale a dire da Food Trust, abbiamo poi mutuato la tecnologia di recall, che dunque inseriremo anche in questa blockchain”.

Gli sviluppi futuri

È un progetto interessante, che apre già nuove prospettive (Losito ipotizza anche future integrazioni di tecnologie antitampering, che proteggano il consumatore e il produttore da doppie vendite o da sostituzioni di prodotto), ma che soprattutto pone le basi per una evoluzione dello stesso mercato dell’olio di qualità.
Non si tratta solo di distinguere produzioni virtuose – anche se già l’identificazione sullo stesso sito degli oli a filiera tracciata è un plus non trascurabile a livello di branding – ma soprattutto di aiutare le nostre produzioni di qualità a distinguersi a maggior ragione in un momento come questo, in cui viene accettata la denominazione di “Olio Italico” per tutti quegli oli realizzati con il 50 per cento di olive italiane.

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