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Capgemini: le aziende di vendita al dettaglio stanno ridisegnando le proprie supply chain



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Secondo una ricerca del Capgemini Research Institute, la maggioranza delle aziende sta investendo attivamente nella regionalizzazione e nella localizzazione

Pubblicato il 6 dic 2023



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Le catene di fornitura globali sono minacciate da una moltitudine di fattori, tra cui inflazione, tensioni geopolitiche, eccessiva dipendenza da alcuni paesi per la fornitura di componenti, oscillazione delle tariffe di trasporto e congestione dei porti. Per questo motivo le aziende di beni di consumo e di vendita al dettaglio (CPR) stanno diversificando e localizzando le loro catene di fornitura. Queste le principali conclusioni dell’ultimo report del Capgemini Research Institute, “Illuminating the path: Building resilient and efficient supply chains in the consumer products and retail industry”, che esamina come le organizzazioni stiano trasformando la loro strategia di supply chain. Più nel dettaglio, quasi 8 organizzazioni su 10 (79%) stanno diversificando la propria rete di fornitori e il 71% sta investendo attivamente nella regionalizzazione e nella localizzazione. Ad esempio, l’83% delle organizzazioni sta investendo nel friend-shoring, una pratica commerciale in crescita in cui il network della supply chain si concentra su paesi considerati alleati politici ed economici, in modo da ridurre ulteriormente l’esposizione al rischio.


Entro il 2025 la previsione del report è che gli acquisti offshore diminuiranno del 7% a livello globale, mentre il nearshoring e l’approvvigionamento domestico aumenteranno rispettivamente del 4% e del 3%. Il Nord America sta guidando questa tendenza, con un aumento previsto del 9% negli acquisti nearshore, un incremento del 4% di quelli domestici e una riduzione del 15% di quelli offshore entro il 2025.


Qualche difficoltà sul tema sostenibilità

 


Lo studio affronta anche il tema della sostenibilità, evidenziando un quadro fatto di luci e ombre: ben tre quarti (75%) delle organizzazioni CPR intervistate hanno dichiarato di impegnarsi attivamente per essere più sostenibili. Allo stesso modo, quasi nove su dieci (86%) riconoscono che l’approvvigionamento, il trasporto e la produzione etici e responsabili sono fondamentali per ottenere un vantaggio competitivo, una percentuale in crescita rispetto al 69% rilevato in una precedente indagine condotta nel 2020.
Tuttavia, meno della metà delle aziende ha implementato e portato su scala iniziative di sostenibilità: solo il 49% lo ha fatto relativamente all’approvvigionamento responsabile, il 45% per un approccio circolare alla produzione e il 45% per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi. Inoltre, la quota media del fatturato dedicata agli investimenti in sostenibilità è leggermente diminuita.



Come reagire alle interruzioni della Supply chain


“Negli ultimi anni le interruzioni della supply chain sono diventate un’esperienza comune per le aziende di largo consumo, causando carenze di prodotti, ritardi nelle consegne e aumento dei costi. Per far fronte a queste sfide e generare una crescita redditizia, sarà essenziale bilanciare efficienza dei costi e resilienza, diversificando e adottando pratiche di economia sostenibile e circolare – ha dichiarato Gerardo Ciccone, CPRD & EUC Director di Capgemini in Italia – . Riuscire a ottimizzare le scorte, localizzare le reti di fornitura ed esplorare opzioni alternative di approvvigionamento aiuta a soddisfare le aspettative dei consumatori e gestire i picchi di richiesta. L’adozione di tecnologie innovative e i dati giocheranno un ruolo fondamentale in questo senso, che si tratti di monitorare la previsione della domanda, automatizzare i magazzini, migliorare la customer experience o garantire efficienza nell’evasione degli ordini. Le aziende che adottano strategie di approvvigionamento più resilienti sono meglio preparate a garantire la continuità operativa, ridurre i costi e proteggere la loro reputazione”.

In prospettiva, la gestione della volatilità della domanda dei consumatori, mantenendo al contempo attenzione all’efficienza dei costi, rappresenta una priorità fondamentale per le imprese del settore CPR. Oltre alle strategie di approvvigionamento mirate, il report sottolinea che i dati e gli strumenti analitici contribuiranno a migliorare la previsione della domanda, l’evasione degli ordini e la customer experience.

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