Analisi

Macfrut 2022: il record dell’export ortofrutta a repentaglio dall’aumento dei costi 

Il record storico raggiunto dall’export è messo ora a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto: ”Il conto della logistica sul settore – evideniza Coldiretti – arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi”. La guerra in Ucraina e i rincari energetici “spingono l’aumento dei costi correnti per la produzione della frutta italiana a +51% ma si sale addirittura al +67% per l’ortofloricoltura”

Pubblicato il 09 Mag 2022

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Con quasi 5,6 miliardi di euro (+8%) è record storico per la frutta e la verdura made in Italy all’estero con le esportazioni che hanno raggiunto nel 2021 il massimo di sempre raddoppiando i valori registrati al debutto del secolo.  

Risultato ora messo a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto che pesa su un settore dove il conto della logistica arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat all’apertura del Macfrut 2022, la vetrina internazionale dell’ortofrutta promossa da Cesena Fiera S.p.A. che si è tenuta a Rimini la settimana scorsa.

I prodotti ortofrutticoli made in Italy che in valore crescono di più all’estero sono le albicocche (+75%), le mele (+5%), i kiwi (+2%), i pomodori (+10,5%), le lattughe (+4%), i cavoli (+10%), stabile l’uva (+0,4%) mentre calano gli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%). 

I consumatori che apprezzano di più frutta e verdura italiane sono i tedeschi che mettono nel loro carrello della spesa quasi 1/3 (30,4%) di tutto quello che viene spedito all’estero dal Belpaese con un valore che sfiora 1,7 miliardi nel 2021 in crescita del 5%. Dietro la Germania si piazza la Francia con oltre 580 milioni di euro di acquisti di ortofrutta italiana seguita dall’Austria con quasi 354 milioni. 

Ma il trend rialzista coinvolge, nonostante le difficoltà legate alla Brexit, anche il Regno Unito dove i consumi crescono del 7,7% per un carrello della spesa che vale oltre 279 milioni di euro. E, prima che le truppe russe scatenassero l’inferno con l’invasione militare, l’andamento positivo coinvolgeva anche l’Ucraina con una crescita del 4% degli acquisti. 

 

Uno scenario positivo messo a rischio dai costi della logistica 

In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con l’Italia che deve già affrontare per il trasporto merci una spesa aggiuntiva di 13 miliardi di euro rispetto ai concorrenti degli altri Paesi.  

In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia 0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. 

“In tale ottica è determinante agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” evidenzia il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che “il caro energia ha aumentato il gap competitivo del nostro Paese”. 

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