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UE, il commercio agroalimentare è stabile: a giugno +24% rispetto al 2021

Secondo l’istantanea mensile pubblicata dalla Commissione europea, il commercio agroalimentare continua ad adattarsi all’impennata globale dei prezzi delle materie prime. Valore totale in lieve flessione mese su mese, ma nel mese di giugno +24% sul 2021

Pubblicato il 06 Ott 2022

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Il commercio agroalimentare dell’UE ha raggiunto un valore totale di 34 miliardi di euro a giugno 2022, con una diminuzione del -2,6% su base mensile e un aumento del +24% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Le esportazioni sono cresciute marginalmente a 19,5 miliardi di euro (+1% su base mensile), mentre le importazioni sono state valutate a 14,5 miliardi di euro, il 7% in meno rispetto a maggio. Rispetto a giugno 2021, queste cifre riflettono un aumento del 19,5% del valore delle esportazioni e del 31% delle importazioni. Ciò ha comportato una crescita sostanziale della bilancia commerciale a 5,1 miliardi di euro (con un +33% su maggio 2022). Sono i risultati pubblicati nella relazione mensile della Commissione europea sul commercio agroalimentare “Monitoring EU agri-food trade“, che presenta un’attenzione particolare ai flussi commerciali tra UE e Ucraina. Del resto, mantenere un sano equilibrio tra importazioni ed esportazioni è fondamentale per salvaguardare la stabilità del mercato interno. Al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi della PAC, la Commissione europea raccoglie regolarmente statistiche e produce analisi del commercio agricolo e degli sviluppi della politica agroalimentare internazionale.

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Esportazioni

Dalla relazione mensile sul commercio agroalimentare si evince che mentre i prezzi delle materie prime sono rimasti estremamente alti a giugno, sono leggermente diminuiti rispetto a maggio. Ciò è avvenuto in particolare per i cereali, i prodotti lattiero-caseari e i semi oleosi, per i quali i quantitativi esportati sono aumentati ma i prezzi sono diminuiti. Anche per questo, le esportazioni verso l’Africa sub-sahariana sono cresciute significativamente di mese in mese (+121%), uno sviluppo trainato non solo dai prezzi all’esportazione, ma anche dai volumi, in particolare del grano.

Le esportazioni verso l’Ucraina sono aumentate del 25% rispetto a giugno dello scorso anno, raggiungendo i 275 milioni di euro. Ciò è dovuto in gran parte alle esportazioni di ortaggi e carni suine, per le quali i volumi delle esportazioni sono cresciuti del 557% e del 112% su base annua.

Nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni sono aumentate maggiormente verso il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Marocco. Le esportazioni verso il Marocco sono aumentate del 57% (+728 milioni di euro), mentre quelle verso l’intera regione del Medio Oriente e del Nord Africa sono aumentate in modo sostanziale. Ciò è stato in gran parte guidato dall’aumento delle quantità di esportazione di cereali, semi di girasole, frutta e noci e verdure.

Le esportazioni verso il Regno Unito sono cresciute del 19% nel periodo gennaio-giugno, in gran parte a causa dei preparati cerealicoli, che sono cresciuti di 478 milioni di euro o del 23%. Aumento causato da un incremento del volume e del prezzo unitario. Nel frattempo, le esportazioni verso la Cina rimangono basse, in calo del -27% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.

Importazioni

Per quanto riguarda le importazioni, l’UE ha importato prodotti agroalimentari per un valore di 82 miliardi di euro nel periodo gennaio-giugno, con un aumento del +32% rispetto al 2021. La crescita più notevole è stata nelle importazioni dal Brasile, che sono cresciute del +46%. Ciò non è dovuto solo all’aumento dei prezzi delle materie prime, ma anche all’aumento dei volumi delle importazioni. Ciò vale in particolare per le importazioni di mais, farina di soia e zucchero greggio, che sono cresciute rispettivamente di 605.000 tonnellate, 390.000 tonnellate e 101.000 tonnellate.

C’è stata anche una crescita significativa delle importazioni dal Sud-Est asiatico, in particolare Indonesia, Vietnam e Malesia. Le importazioni da questi tre paesi sono aumentate del +35% o 1,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ciò è causato principalmente da sostanze chimiche organiche e caffè.

Mensilmente invece, le importazioni da Brasile, Stati Uniti e Indonesia sono diminuite. La diminuzione più notevole è stata quella delle importazioni dal Brasile, che sono diminuite del 21%. Ciò è dovuto principalmente a una riduzione dei volumi. Le importazioni di cereali dal Brasile sono diminuite del 60% e quelle di semi oleosi sono diminuite del 31%, riflettendo un calo dei valori delle importazioni rispettivamente di 58 milioni di euro e 390 milioni di euro.

A seguito dell’attuazione delle corsie di solidarietà e della liberalizzazione temporanea degli scambi, le importazioni dall’Ucraina sono aumentate a giugno. Notevoli aumenti sono stati osservati nelle importazioni di semi oleosi (+92 milioni) e oli (+90 milioni di euro). Anche le importazioni di pollame e cereali sono cresciute, rispettivamente di 17 milioni di euro e di 11 milioni di euro.

Categorie di prodotti specifici

Nel giugno 2022 sono cresciuti i volumi delle esportazioni di prodotti agroalimentari dell’UE. I cereali sono cresciuti del 16% su base mensile e del 74% su base annua; grano del 7% e del 137%; e semi oleosi e colture proteiche del 13% e del 49%. Questo non è stato il caso della colza e dei semi di soia, per i quali i quantitativi esportati sono diminuiti mentre i prezzi sono continuato a salire.

Guardando ai prodotti di origine animale, ci sono stati aumenti delle esportazioni di carne bovina, latticini e ovini e caprini, mentre le esportazioni di pollame sono leggermente diminuite. Ad eccezione degli ovini e dei caprini, il valore unitario delle esportazioni per tutti i prodotti di origine animale è diminuito rispetto a maggio.

Le diminuzioni mensili più consistenti dei valori delle importazioni si sono registrate nei cereali e nei semi oleosi, che sono diminuiti rispettivamente di 304 milioni di euro e 442 milioni di euro. Anche le importazioni di ortofrutticoli si sono ridotte notevolmente, di 206 milioni di euro. Ciò è dovuto a una riduzione dei quantitativi importati.

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