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Doggy Bag per scongiurare lo spreco alimentare: la scelta degli italiani



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Secondo un’analisi Coldiretti/Censis, 1 italiano su 2 è disposto a utilizzare la doggy bag per salvare dalla pattumiera il cibo avanzato al ristorante. L’usanza, già diffusa in altri Paesi, sta guadagnando terreno anche in Italia grazie alla crescente consapevolezza ecologica e alla necessità di risparmiare

Pubblicato il 16 gen 2024



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La proposta di legge indirizzata a contrastare lo spreco alimentare nei ristoranti con l’introduzione di un obbligo che prevede di offrire ai clienti la possibilità di portare a casa gli avanzi del cibo che non è stato consumato attraverso contenitori riutilizzabili o riciclabili, la cosiddetta “doggy bag”, sembra incontrare la predilezione dei consumatori italiani. Secondo un’analisi condotta da Coldiretti/Censis, quasi la metà degli italiani (49%) si dichiara disposta a richiedere la doggy bag nei ristoranti.

Nonostante per lungo tempo sia stata considerata sgradita, l’usanza di chiedere la “borsa per il cane” sta tornando in voga – osserva Coldiretti – grazie ad una crescente consapevolezza green rispetto alla necessità di contenere gli sprechi a tavola, che naturalmente si affianca anche a quella di risparmiare. Non sorprende quindi che siano i giovani italiani i più inclini alla doggy bag, con una percentuale che arriva fino al 58%.

Doggy bag: riduce lo spreco alimentare, ma non ha ancora contagiato capillarmente l’Italia

Il fenomeno della doggy bag, molto diffuso in altri Paesi come gli Stati Uniti, dove è una prassi consolidata anche tra le celebrità, e in Francia e Spagna dove è obbligatoria, non ha ancora trovato piena accoglienza tra gli italiani.

Tuttavia, di fronte a questa nuova esigenza – segnala Coldiretti – il settore della ristorazione si sta adeguando: sempre più esercizi offrono al cliente la possibilità di portare a casa cibo o vino non consumati, fornendo apposite confezioni o vaschette. Peraltro, molte delle porzioni avanzate possono essere consumate semplicemente riscaldandole oppure utilizzate come base per realizzare ottime ricette.

Ricordiamo che in Italia è vigente la legge 166/16 sugli sprechi alimentari, che incoraggia i ristoratori a fornire contenitori riutilizzabili idonei per l’asporto degli avanzi di cibo. Questa pratica contribuisce a ridurre il volume di cibo che finisce in pattumiera, stimato in circa 469,4 grammi settimanali per cittadino secondo l’ultimo Rapporto di Waste Watcher International per la campagna Spreco Zero.

Crescono i comportamenti più responsabili degli italiani anche nella spesa

Intanto, le strategie anti-spreco si stanno diffondendo in tutti gli ambiti – osservano Coldiretti/Censis – a cominciare dal luogo di lavoro, dove più di un italiano su due (54%) porta da casa pasti preparati spesso con avanzi.

Ma non solo: la salvaguardia del portafoglio passa attraverso una maggiore attenzione alla spesa. Secondo lo studio Coldiretti/Censis, il 77% degli italiani redige regolarmente una lista della spesa, pianificando accuratamente gli acquisti e gestendo così più saggiamente il budget familiare.

Parallelamente agli acquisti più responsabili, si assiste ad un incremento dei farmers market. “Il 54% dei cittadini compra nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che si tratta di “un impegno sostenuto dalla Coldiretti con la realizzazione la più estesa rete di vendita diretta nel mondo, quindicimila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati lungo la Penisola dove hanno fatto la spesa 20 milioni di italiani”.

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