Sostenibilità: dall’agricoltura rigenerativa una risposta per ridurre la Co2 nell’atmosfera

In un servizio del World Economic Forum l’iniziativa di Terraton che punta a rimuovere un trilione di tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera sfruttando il potenziale dei suoli agricoli attraverso nuove forme di regenerative agriculture

Pubblicato il 13 Set 2019

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L’innovazione può fare davvero tanto per vincere la sfida della sostenibilità ambientale e l’innovazione nell’ambito agricolo è e sarà sempre più importante. Purtroppo nell’ambito del degrado del suolo, dell’esaurimento delle falde acquifere, del deflusso di azoto ed emissioni di gas serra, solo per fare alcuni esempi, l’agricoltura ha contribuito pesantemente, ma si può invertire la rotta, anche se certamente occorre agire “in fretta”. Nel corso di alcuni mesi del 2019 gli scienziati hanno registrato la più alta concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera: 415 parti per milione (ppm), un aumento di 135 ppm dall’inizio della rivoluzione industriale che, moltiplicato per il volume totale dell’atmosfera, è pari a un trilione di tonnellate – o teraton – di aumento di anidride carbonica negli ultimi 200 anni.

Come sostiene David Perry, Presidente e Amministratore Delegato di Indigo Agriculture in questo articolo, del World Economic Forum è dai 3,6 miliardi di acri di terreni agricoli del mondo che si può ricavare la soluzione più scalabile, immediata e conveniente per contribuire a rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera. Infatti, adottando pratiche agricole rigenerative, gli agricoltori possono bloccare questo carbonio nel suolo, anziché rilasciarlo nell’atmosfera e contribuire ad un ecosistema territoriale più sano e ricco di sostanze nutritive, richiedendo al contempo meno fertilizzanti e producendo alimenti più sani.

Più consapevolezza verso l’agricoltura rigenerativa

“Dobbiamo ancora ridurre le emissioni come abbiamo sempre più bisogno di sistemi energetici sostenibili e di una consapevolezza diffusa di come ridurre la propria impronta. Ma quando catturare e immagazzinare anidride carbonica nei suoli della Terra è abbinato alla riduzione delle nostre emissioni, abbiamo una vera speranza non solo di rallentare i nostri progressi verso la scogliera climatica, ma di fermarci, girarci intorno e camminare dall’altra parte” ha affermato Perry presentando la Terraton Initiative.

La fotosintesi è un processo naturale per cui una pianta elimina l’anidride carbonica dall’aria e, con l’aiuto della luce solare e dell’acqua, la converte in zuccheri. Steli, foglie e radici sono prodotte dal carbonio presente nell’atmosfera che entrando nel terreno, assorbe e trattiene l’acqua in modo più efficiente, aiutando le aziende agricole a essere più resistenti alle inondazioni e alla siccità.

I 3,6 miliardi di acri di terreni agricoli in tutto il mondo, prima di essere coltivati, avevano livelli di carbonio nel suolo compresi tra il 3% e il 7%. Oggi sono circa all’1% di carbonio. Se ogni acro di terreno agricolo fosse riportato a un livello di carbonio nel suolo di appena il 3%, un trilione di tonnellate di anidride carbonica verrebbero rimosse dall’atmosfera e immagazzinate nel suolo. Ne consegue che, la dimensione della soluzione potenziale è equivalente alla dimensione del problema.

I benefici per i terreni e per gli agricoltori dall’agricoltura rigenerativa

Una piccola percentuale di agricoltori sta impiegando pratiche “rigenerative” tra cui la semina di colture di copertura, l’agricoltura no-till, la rotazione delle colture, la riduzione di sostanze chimiche e fertilizzanti e l’integrazione del bestiame. I suoli arricchiti con carbonio risultano più sani, dimostrano una migliore resilienza a condizioni meteorologiche estreme, una migliore permeabilità all’acqua, una maggiore diversità microbica, rese più elevate, requisiti di input ridotti e raccolti ancora più nutrienti.

Inoltre, se il carbonio ha un prezzo di $15 – $20 per tonnellata e i coltivatori che adottano pratiche rigenerative possono catturare 2-3 tonnellate di carbonio per acro all’anno, questo rappresenta un aumento del $30 – $60 dei loro profitti, che si aggirano a $40 per acro per un agricoltore medio negli USA. Questo aumento della redditività è integrato dai vantaggi economici della transizione a pratiche rigenerative, come costi di input più bassi e rendimenti più elevati.

“Il potenziale per rimuovere un trilione di tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera potrebbe essere nelle nostre mani,  secondo la visione espressa da Perry in questo servizio del WEF. E’ uno sforzo intrinsecamente collaborativo, perché il costo della transizione dall’agricoltura globale alle pratiche rigenerative non può ricadere solo sugli agricoltori. Consumatori, aziende e governi devono richiedere che il cibo sia coltivato in modo favorevole al clima e che gli agricoltori possano contare su un supporto adeguato per la gestione di questa transizione” conclude Perry.

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