Sostenibilità e PMI il percorso è iniziato, ma la strada è lunga

Sette Aziende Eccellenti su 10 adottano politiche di sostenibilità, ma solo un’azienda su quattro (26%) ritiene che le pratiche ESG (Environmental, Social e Governance) contribuiscano alla creazione di valore. Si diffondono comportamenti virtuosi legati in primis alla green economy e all’economia circolare, ma talvolta prevale un approccio attendista

Pubblicato il 30 Set 2019

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Economia circolare, corretta politica del riciclo e degli smaltimenti, riduzione delle emissioni, certificazioni, misure di welfare aziendale. Il 100% delle Mid Cap (aziende di media capitalizzazione) italiane dimostrano un buon grado di conoscenza delle tematiche ESG (Environmental, Social e Governance); sette su dieci dichiarano di adottare politiche di sostenibilità.

Tuttavia, quando si tratta di scelte mirate, a prevalere sembra essere una sorta di attendismo, una ancor bassa formalizzazione delle policy sociali e di buona governance e una preponderanza dei fattori ambientali. C’è poca consapevolezza sul valore aggiunto nel medio termine di una strategia aziendale ispirata alla sostenibilità, tanto che, poco meno della metà (48%) sembra aver sviluppato una vera e propria strategia integrata.

È il quadro che emerge dallo studio “Sostenibilità e creazione di valore. Un binomio da ricercare”, realizzato da Global Strategy, società di consulenza strategica e finanziaria, presentato mercoledì 25 settembre nel corso dell’XI edizione della presentazione dei dati dell’Osservatorio PMI Aziende Eccellenti 2019 nella sede di Borsa Italiana. Un campione di 722 Mid Cap Eccellenti, selezionato tra oltre 10.000 aziende di eguali dimensioni: realtà operanti nei settori manifatturiero, servizi e commercio, che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare indici di crescita, redditività e solidità patrimoniale sensibilmente superiori alla media del proprio settore di riferimento.

Sostenibilità ambientale e convinzioni etiche nelle PMI

“Il fattore della sostenibilità, non soltanto in chiave ambientale, acquisterà nell’immediato futuro un’importanza decisiva sulla capacità delle aziende di generare valore, guadagnare in competitività e gestire l’esposizione ai rischi. Molti degli Imprenditori Eccellenti adottano già oggi, spesso in modo inconsapevole e poco gridato, comportamenti virtuosi; la sfida sarà quella di integrarli nel loro modello di business e nelle strategie aziendali”afferma Antonella Negri-Clementi, Presidente e CEO di Global Strategy.

Il 44% delle aziende intervistate dichiara di utilizzare criteri di sostenibilità nella scelta e nei controlli della propria supply chain ottenendo, a fronte di maggiori costi, una maggiore qualità e maggiori livelli di servizio. “In particolare, le Aziende Eccellenti che operano nel business di trasformazione delle materie prime – spiega Stefano Nuzzo, responsabile dell’Osservatorio PMI ed Equity Partner di Global Strategy – stanno capendo prima di altre l’importanza di una corretta gestione della catena di fornitura a garanzia della costanza dei volumi, delle specifiche e dell’affidabilità”.

La sostenibilità per le PMI nasce dal livello di importanza delle tematiche ambientali

Per quanto riguarda le policy ESG adottate dalle Eccellenti, c’è una preponderanza delle tematiche ambientali rispetto a quelle sociali e di governance. Corretto riciclo dei rifiuti, ricorso alle energie rinnovabili e riduzione delle emissioni sono comportamenti che 2 intervistate su 3 dichiarano di adottare. La percentuale scende vicino al 50% se si parla di politiche di sostenibilità sociale e di governancenel primo caso si parla di tutela della soddisfazione e benessere dei lavoratori e nel secondo caso di adozione di un codice etico e di condotta. La quota di donne presenti nei Consigli di Amministrazione si attesta intorno al 20%.

Le Aziende Eccellenti italiane riconoscono l’ineluttabilità della Sostenibilità in ottica ESG, ma solo una su quattro ritiene che l’adozione di politiche ESG contribuisca alla creazione di valore nel medio-lungo periodo. In una scala da 1 (nulla) a 5 (molto alta) le convinzioni etiche della proprietà sono in assoluto l’elemento più importante, con un punteggio di 3.8; analogo al calcolo del ritorno che l’adozione di scelte green può avere come ritorno di immagine. Punteggio 3.5 per chi decide di far qualcosa “per adeguarsi ai trend attuali o ad adempimenti normativi”, e solo 2.7 (che significa “abbastanza poco importante”) l’idea che politiche ESG possano migliorare gli indicatori di performance anche nel breve periodo.

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