Politica Agricola

PAC, la Commissione europea propone una revisione volta alla semplificazione



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La Commissione europea ha avanzato una proposta di modifica della Politica Agricola Comune (PAC), con l’obiettivo di semplificare le procedure e fornire più flessibilità agli agricoltori dell’UE, pur rimanendo incentrata sulle priorità di protezione dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici

Pubblicato il 26 mar 2024



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Nell’ambito dell’impegno volto ad alleggerire gli adempimenti burocratici per gli agricoltori dell’Unione Europea, la Commissione ha avanzato una proposta di revisione per alcune disposizioni della Politica Agricola Comune (PAC), con l’obiettivo di semplificare le procedure mantenendo al contempo una politica robusta, sostenibile e competitiva per l’agricoltura e l’alimentazione nell’UE.

Azioni tempestive e concrete per ridurre l’onere amministrativo

Le modifiche puntano a diminuire il peso dei controlli sugli agricoltori europei e a fornire loro una maggiore flessibilità nel rispetto di alcune condizionalità ambientali. Flessibilità che sarà garantita anche alle amministrazioni nazionali nell’applicazione di determinate regole.

La proposta legislativa rappresenta una risposta diretta alle numerose richieste pervenute dalle organizzazioni rappresentanti degli agricoltori e dagli Stati membri, ed è parte integrante delle azioni a breve termine già intraprese dalla Commissione per contribuire alla riduzione degli oneri amministrativi per gli agricoltori.

Lo scorso anno la Commissione ha previsto deroghe alla condizionalità relativa alla rotazione delle colture (BCAA 7) e una parziale esenzione per i terreni lasciati a riposo (BCAA 8) che è stata confermata anche a febbraio di quest’anno. Inoltre, ha avviato una serie di azioni a breve termine come la modifica del calcolo della superficie a prato permanente per tenere conto della situazione degli agricoltori che convertono dal bestiame ai seminativi.

Il 7 marzo la Commissione ha avviato una indagine sulla semplificazione rivolta agli agricoltori dell’UE per individuare la complessità derivante dalle norme della PAC e da altre norme dell’UE in materia di alimentazione e agricoltura. Parallelamente, un sondaggio online che raccoglie i punti di vista degli agricoltori e dei fornitori più piccoli sulle pratiche commerciali sleali.

La Commissione europea alla ricerca di un equilibrio

La proposta della Commissione cerca di stabilire un equilibrio tra la necessità di preservare il ruolo della PAC nel supportare la transizione dell’agricoltura europea verso pratiche più sostenibili, le aspettative degli agricoltori e degli Stati membri e l’obiettivo di raggiungere rapidamente un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio.

Il sistema di condizionalità e la delimitazione di bilancio, unitamente a una serie di altri strumenti chiave dell’architettura verde della PAC, rimangono in vigore per garantire un livello di ambizione complessivo più elevato rispetto al passato. Ma accanto alla necessità e volontà di mantenere un alto livello di ambizione in materia di ambiente e clima nell’attuale PAC, si pone l’intenzione di andare verso una politica più prevedibile che non richieda deroghe annuali e sforzi sproporzionati da parte degli agricoltori.

Per rispondere a tutte le preoccupazioni espresse nelle scorse settimane, la Commissione ha inviato al Consiglio e al Parlamento europeo un documento di riflessione che delinea diverse misure volte a migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. L’elenco delle possibili azioni sarà discusso con i ministri dell’Agricoltura nella prossima sessione del Consiglio.

Revisione della PAC per le condizionalità ambientali

Nel corso del primo anno di implementazione della PAC attuale, che copre il periodo 2023-2027, gli agricoltori dell’Unione Europea si sono trovati di fronte a numerose sfide per adeguarsi a una serie di normative progettate per favorire ambiente e clima, conosciute come “buone condizioni agronomiche e ambientali” (BCAA). Poiché la maggior parte dei finanziamenti della PAC destinati agli agricoltori è condizionata al rispetto di questi nove criteri, sono spesso indicati anche come “condizionalità”.

In risposta a queste difficoltà, la Commissione propone una revisione selettiva di alcune di queste condizionalità all’interno del regolamento sui piani strategici della PAC. Il riesame riguarda:

  • BCAA 8 sugli elementi non produttivi: chiede agli agricoltori europei di preservare gli elementi caratteristici del paesaggio presenti nei loro terreni, abrogando però l’obbligo di destinare una porzione dei seminativi a superfici non produttive, come i terreni a riposo. Sarà possibile mantenere volontariamente una percentuale di seminativi non produttivi o di introdurre nuovi elementi paesaggistici (ad esempio, siepi o alberi), beneficiando di un supporto finanziario supplementare attraverso un regime ecologico che dovrà essere incluso in tutti i piani strategici della PAC degli Stati membri. Ciò incentiverà tutti gli agricoltori dell’UE a conservare aree non produttive vantaggiose per la biodiversità senza rischiare perdite economiche.
  • BCAA 7 sulla rotazione delle colture: la modifica permetterà agli agricoltori dell’UE di adempiere al requisito optando per la rotazione o la diversificazione delle colture, in base alle condizioni specifiche che devono affrontare e alla scelta dei loro paesi di includere l’opzione della diversificazione delle colture nei loro piani strategici della PAC. Questa flessibilità di procedere alla diversificazione delle colture anziché alla rotazione aiuterà gli agricoltori colpiti da siccità regolare o da precipitazioni eccessive a rispettare più facilmente il requisito.
  • BCAA 6 sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili: concede agli Stati membri maggiore libertà nel definire i periodi sensibili e le pratiche ammesse per soddisfare questo requisito, tenendo conto delle condizioni nazionali e regionali e dell’aumento della variabilità meteorologica.

Esenzioni specifiche e maggiori opportunità di revisione

Oltre a queste modifiche, nella proposta di revisione della PAC la Commissione suggerisce che gli Stati membri possano concedere esenzioni per certi tipi di colture, suoli o sistemi agricoli dai requisiti di lavorazione del suolo, copertura del suolo e rotazione/diversificazione delle colture (rispettivamente GAECS 5, 6, 7). Saranno possibili anche deroghe mirate per consentire l’aratura per il ripristino dei prati permanenti nei siti Natura 2000 danneggiati da predatori o specie invasive (BCAA 9). Queste esenzioni potrebbero essere applicate per l’intera durata della PAC nei piani strategici e dovrebbero essere limitate in termini di superficie, applicate solo dove strettamente necessarie.

In situazioni di condizioni meteorologiche avverse che impediscono agli agricoltori di operare efficacemente e rispettare i requisiti BCAA, gli Stati membri potranno introdurre deroghe temporanee, che comunque dovrebbero essere limitate nel tempo e rivolte esclusivamente ai beneficiari interessati.

Per consentire agli Stati membri di adeguare più agilmente i loro piani strategici della PAC alla mutevolezza delle condizioni, la Commissione propone di duplicare il numero di revisioni ammissibili ogni anno, sottolineando l’importanza di una stretta collaborazione con le amministrazioni nazionali in questi processi di semplificazione.

Infine, ma non meno importante, con la revisione della PAC la Commissione intende esentare le piccole imprese agricole di dimensioni inferiori ai 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni legate al rispetto dei requisiti di condizionalità, riducendo significativamente il carico amministrativo per questi piccoli agricoltori, che rappresentano il 65% dei beneficiari della PAC.

Ferma la volontà di tutelare ambiente e clima

I piani strategici della PAC destinano il 32% del budget totale della PAC, pari a circa 98 miliardi di EUR, a iniziative volontarie che sostengono gli obiettivi ambientali, climatici e di benessere degli animali. Le modifiche proposte preservano questo impegno finanziario senza precedenti, offrendo al contempo una maggiore flessibilità per il raggiungimento degli obiettivi ambientali della PAC.

Inoltre, gli Stati membri dovranno aggiornare i piani strategici della PAC entro il 31 dicembre 2025 se specifiche normative ambientali e climatiche dell’UE (ad esempio, relative alla conservazione degli uccelli selvatici e degli habitat naturali di flora e fauna e alla protezione delle acque) verranno modificate.

Ridurre gli squilibri nella catena alimentare: la revisione PAC

Uno degli obiettivi centrali della PAC concerne il potenziamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Nonostante esistano già diverse misure a livello europeo per garantire una maggiore equità e proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali e sebbene il grado di fiducia e cooperazione tra gli attori della catena sia in aumento, la piena attuazione e applicazione degli strumenti politici disponibili richiede tempo e un maggiore sforzo.

Per contribuire alle discussioni in corso con i ministri dell’Agricoltura e il Parlamento europeo, la Commissione ha presentato diverse azioni implementabili a breve e medio termine. Anzitutto, avvierà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella filiera agroalimentare. Composto da rappresentanti di tutti i settori lungo la filiera alimentare e da rappresentanti degli Stati membri e della Commissione, questo osservatorio aumenterà la trasparenza dei costi e dei margini nella catena rendendo pubblici i dati e promuovendo lo scambio di informazioni, al fine di creare un clima di fiducia tra le parti interessate e stabilire una diagnosi comune della situazione.

Proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali

Secondariamente, per correggere gli squilibri nella catena preservando al contempo il principio fondamentale dell’orientamento al mercato, la Commissione ha proposto di migliorare l’attuale quadro giuridico stabilito dal regolamento recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (OCM). Si tratta di rafforzare le norme applicabili ai contratti che gli agricoltori sottoscrivono con gli acquirenti dell’industria alimentare o del commercio al dettaglio e le organizzazioni di produttori per consentire agli agricoltori di cooperare e agire collettivamente in modo più efficace nei confronti di altri attori della supply chain.

Analogamente, la Commissione propone la possibilità di nuove norme sull’applicazione transfrontaliera contro le pratiche commerciali sleali. Attualmente almeno il 20% dei prodotti agricoli e alimentari consumati in uno Stato membro proviene da un altro Stato membro. È necessario rafforzare la cooperazione tra le autorità nazionali di contrasto, in particolare migliorando lo scambio di informazioni e la raccolta di sanzioni.

In terzo luogo, la Commissione effettuerà una valutazione approfondita della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare, in vigore dal 2021. Nella primavera del 2024 sarà presentata una prima relazione che illustra lo stato di avanzamento consolidato dell’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri. La relazione confluirà quindi in una valutazione più dettagliata che la Commissione presenterà nel 2025, che potrebbe essere accompagnata, se del caso, da proposte legislative.

Le discussioni con gli Stati membri su queste possibili misure si svolgeranno in vari formati.

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